The Palette of Velazquez

Destination Rembrandt in Review

My thanks to Rossana, Nadia, Franco, Paolo and Amel for a grand expedition.  Though careful steps were planned from lesson to lesson, it was always amazing to see the diversity of interpretation and execution.

There were several key technical discoveries:

  • Rich blacks were achieved with a mix of Ivory Black and Crimson Lake over layers of Red and Burnt Umbers;
  • Flesh was readily cooled and brightened with a Flake White (or Doak’s Flemish White) laid dryly (like a scumble) over layers of Yellow Ochre and Vermillion;
  • Crimson Lake and Ultramarine Blue (or Lapis Lazuli) mixed with Flake White made for much of the beautiful purples.

Perhaps the greatest strategic lesson was developing an awareness of the “hierarchy of the whole;” despite details, keep variety in the service of unity.

Below: some candid photos followed by a series of each student’s painting.

Testimonial: Copying Caravaggio

Il quadro del Giovanni Battista di Caravaggio l ho visto per la prima volta alla mostra delle Scuderie del Quirinale ed e’ stato amore a prima vista, credo di essere rimasta davanti a quel dipinto per almeno 20 minuti immobile con la gente dietro di me che reclamava il proprio turno. E’ difficile da spiegare, per chi non l ha mai visto dal vivo, e’ la perfezione!  I colori dell incarnato cosi’ reali, le forme armoniose del corpo che si staccano completamente dallo sfondo scuro , il volto assonnato , il drappo di quel rosso cosi’ ricco e corposo che viene voglia di toccarlo, la luce cosi’precisa e definita che illumina quel corpo cosi’ perfetto nelle proporzioni.  La cosa bella e’ che tutto ha un senso in quel quadro, anche il minimo accenno di forma e colore..pazzesco!  Dopo questo trip mentale ho deciso di realizzarne un falso.

Tim voleva affrontare l argomento flesh tones a studio, cosi’ abbiamo iniziato la nostra avventura.  Devo dire che, inizialmente, avevo solo una vaga idea di cosa potesse significare realizzare la copia di un quadro cosi’ complesso . Abbiamo iniziato con un disegno a carboncino su carta celeste, il disegno e’ stato poi trasferito , a grandezza originale, su tela di lino con una griglia.

KEEP THE EDGES SOFT e’ stata la frase piu’ ricorrente, Tim mi ha indirizzata verso un percorso di studio, direi, accademico. Sono stati preziosi i suoi consigli, la sua esperienza e la sua pazienza(perche’ con me ce ne vuole tanta).

Ho imparato a realizzare il colore dell incarnato, il chiaro scuro e la tecnica wet to wet, cioe’ utilizzare i colori su una superficie “bagnata” da un colore di base abbastanza diluito con olio di noce, questo permette(almeno da quello che ho appreso) di avere nel complesso un effetto uniforme tra sfondo e oggetto o soggetto del quadro, utilissimo direi to keep the edge soft.

C’e’ molta strada da fare ancora e molto da imparare…grazie Tim !!

Michela Ragusa
Novembre, 2011 Rome